Diagnosi energetica: un modello flessibile verso la sostenibilità
L’obiettivo di transizione energetica e decarbonizzazione del parco edilizio e industriale si avvicina sempre di più, soprattutto in Europa. In questo articolo, l’Architetto Luca Berra, esperto EGE SECEM, affronta il tema della flessibilità attraverso un caso pratico.
In particolare sottolinea l’importanza di garantire maggiore flessibilità al modello di diagnosi utilizzato per valutare l’efficacia degli interventi di efficientamento energetico. A tal fine, suggerisce l’adozione di un approccio basato sull’idea di un albero dei vettori o, ancora meglio, di una rete.
Diagnosi energetica flessibile: un esempio pratico
La diagnosi energetica flessibile di un caso pratico riguardante un sito industriale con punti di consegna per l’energia elettrica e il gas metano permette di distribuire il flusso di energia attraverso una rete che include diversi nodi e utenze.
L’introduzione della flessibilità nel modello di diagnosi energetica offre vantaggi come il cambio del vettore energetico, la modifica dei fattori di conversione, la riorganizzazione della rete e l’integrazione dei servizi tecnologici.
Sono state eseguite due simulazioni a partire dalla situazione iniziale, una senza riorganizzazione della rete e l’altra con ulteriori interventi di efficientamento e l’utilizzo di un unico punto di consegna virtuale (POD) che collega tutte le utenze.
Sfruttando l’inerzia termica degli edifici A e B, è stato ipotizzato un diverso profilo di gestione dell’impianto termico, consentendo la distribuzione dell’energia autoprodotta, il miglioramento dell’autoconsumo, la riduzione della cessione di energia alla rete e l’ottimizzazione dei tempi di recupero dell’investimento.
Sostenibilità: non solo efficienza energetica
La diagnosi energetica è un elemento cruciale per raggiungere gli obiettivi di transizione energetica e decarbonizzazione nel settore edilizio e industriale, soprattutto in Europa, in cui queste scadenze sono sempre più imminenti.
Tuttavia, è importante comprendere che la sostenibilità non riguarda solo l’efficienza energetica.
Per realizzare l’ambizione di sostenibilità, che rappresenta una guida per le nostre comunità sociali e personali, è necessario considerare anche altri aspetti “extra-energy”. Questi includono i benefici non energetici derivanti dalle riqualificazioni, come la sicurezza antincendio, le emissioni, i vettori non energetici, la salute, il benessere, la qualità della vita, l’economia circolare e l’impatto sul territorio.
È fondamentale utilizzare strumenti e tecniche per una pianificazione “complessa” delle attività e gestire i progetti, i programmi e i portfolio aziendali secondo norme come la ISO 21502:2021. Infine, è importante valorizzare la componente umana, prestando particolare attenzione alla parità di genere e all’inclusività.